Nel corso del 2012 un intervento della Suprema Corte di Cassazione ha disposto alcuni elementi da tenere presenti per orientarsi nell’ambito dell’assenteismo. La seconda sezione penale della Suprema Corte si è espressa in merito all’assenteismo dal luogo di lavoro, affrontando l’istanza che ha interessato quattro dipendenti della Sovraintendenza per i beni culturali della Regione Sicilia.
I giudici hanno deciso che l’atteggiamento assunto dal dipendente pubblico che si allontana dal lungo di lavoro, anche per un periodo limitato, senza timbrare il cartellino o il badge è “suscettibile di integrare il reato di truffa aggravata”.
Il riferimento esatto è la sentenza numero 25781/2012, mediante la quale la Suprema Corte ha stabilito che sono inammissibili i ricorsi dei lavoratori assenteisti che risultano condannati in primo e in secondo grado.
La Corte ha inoltre chiarito che “i giudici di merito, con valutazione coerente e logica hanno ritenuto che né del beneficio della non menzione, né della conversione della pena detentiva in pena pecuniaria, i ricorrenti tutti siano stati meritevoli proprio per la dimostrazione di indifferenza verso i pregiudizi, sul piano dell’immagine, arrecati all’Amministrazione pubblica”.
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