Cambiano i criteri di scelta per il licenziamento collettivo, ossia le regole che un’azienda è chiamata a rispettare quando deve ricorrere al licenziamento collettivo. Quando si trova in queste situazioni, infatti, l’impresa è obbligata ad adottare dei criteri di scelta, definiti in accordo coi sindacati, che consentano di individuare i lavoratori da licenziare. Cercando, in ogni caso, di creare ai dipendenti il minor danno possibile.
Licenziamento collettivo criteri di scelta: quali sono? Le linee guida per la selezione dei lavorati da licenziare variano da azienda a azienda, spesso si tengono in considerazione la presenza di figli, e gli anni di anzianità di servizio. Ma queste non sono le uniche condizioni accettabili.
È considerato, infatti, un legittimo criterio di scelta la prossimità al pensionamento del lavoratore. Lo ha detto di recente la cassazione con la sentenza n. 13794/15 dello scorso 3 luglio. Una possibilità aperta, però, solo se è possibile formare una graduatoria rigida e senza margine di discrezionalità per il datore di lavoro. Condizione che consentirà di evitare eventuali discriminazioni.
In altre parole, l’azienda deve avere una linea predeterminata entro cui muoversi, senza la possibilità di scegliere arbitrariamente chi licenziare. La vicinanza alla pensione è stata considerata dalla Corte un valido criterio oggettivo, che permette di definire, a parità di condizioni, quale soggetto subisce il minore danno dal licenziamento. Decisione presa alla luce del fatto che più si è vicini alla pensione, tanto più velocemente si potrà sostituire il reddito da lavoro con l’assegno pensionistico.