Uno dei problemi che affligge le aziende italiane è quello dei furti da parte del personale interno, capita spesso infatti che dipendenti siano licenziati per furto di denaro o beni appartenenti all’azienda. Ma come orientarsi in questi casi? Quali le procedure previste?
Il furto, anche tentato, di beni appartenenti all’azienda può portare al licenziamento per giusta causa del dipendente, poiché si tratta di un fatto che mina il vincolo fiduciario alla base del rapporto fiduciario tra azienda e dipendente. La gravità del fatto non consente inoltre la prosecuzione del rapporto di lavoro, neppure in via provvisoria, si parla quindi di licenziamento in tronco.
In caso di procedimento penale per licenziamento per furto, l’onere della prova spetta all’azienda. La legge stabilisce, infatti, che il datore di lavoro deve accertare in modo concreto la mancanza commessa dal dipendente. Sarà quindi fondamentale per l’azienda raccogliere prove concrete e legalmente rilevanti.
In questi casi è possibile fare ricorso a un’agenzia investigativa, in grado di svolgere investigazioni aziendali mirate alla raccolta di prove inoppugnabili che permettano all’azienda di far valere in giudizio i propri diritti. È bene precisare tuttavia che l’attività d’investigazione è considerata valida solo a fronte di un effettivo sospetto di comportamento scorretto da parte del lavoratore.
Il processo investigativo deve essere valutato con attenzione, perché ha degli oneri associati, ma può garantire una verifica oggettiva della condotta scorretta del dipendente. Senza le prove l’intervento di licenziamento perde una delle sue pezze d’appoggio sostanziali.