L’indennità di disoccupazione Naspi può essere riconosciuta anche ai lavoratori licenziati per motivi disciplinari? È possibile ottenere la Naspi se il dipendente ha accettato la conciliazione agevolata prevista dal Jobs Act? Questi i quesiti dell’istanza per interpello avanzata dalla CISL al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il Ministero ha risposto che, come definito dall’art. 3 del D.lgs. n. 22 del 2015, la Naspi è riconosciuta a tutti i lavoratori che hanno perduto involontariamente il proprio lavoro e siano in stato di disoccupazione. Per ottenere l’indennità è necessario inoltre poter far valere almeno 13 settimane di occupazione nei 4 anni precedenti e 30 giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.
Poiché la normativa non indica alcun caso di esclusione della Naspi, il Ministero del lavoro ha dichiarato che il licenziamento disciplinare è da considerarsi come “involontaria perdita del posto di lavoro” ai fini della disoccupazione. Di conseguenza il lavoratore ha diritto alla Naspi.
Anche per quanto riguarda l’accesso alla Naspi in caso di conciliazione agevolata, il Ministero ha definito legittima l’erogazione dell’indennità. La procedura di conciliazione prevede, infatti, che il datore di lavoro possa offrire un risarcimento economico al dipendente in cambio della rinuncia all’impugnazione del licenziamento.
La perdita dell’occupazione è quindi da considerarsi involontaria e il lavoratore ha diritto a percepire la Naspi. Ricordiamo che è possibile consultare l’interpello del Ministero del Lavoro (n. 13 del 24 aprile) accedendo alla sezione “interpelli” del sito internet del Ministero.