Erano più di mille i lavoratori che il 26 maggio sono scesi in piazza per manifestare nei tre presidi di Modena: Bomporto, Castelnuovo e Finale Emilia. Questo il risultato della mobilitazione di Cgil e Uil contro il Jobs Act e le altre politiche economiche del Governo Renzi, considerate inadeguate ad affrontare la crisi e i suoi effetti sociali.
Sostenuta anche da scioperi di categoria, la manifestazione ha visto alternarsi delegati e i sindacalisti di Cgil e Uil che hanno espresso rivendicazioni specifiche contro le misure introdotte dal Governo, sottolineando che i segnali di ripartenza sono ancora molto timidi e legati principalmente alle aziende che esportano. Al presidio di Finale Emilia presenti anche i segretari provinciali di Cgil e Uil, Tania Scacchetti e Luigi Tollari.
I sindacati hanno ribadito inoltre che l’aumento delle assunzioni con contratti a tutele crescenti non è sinonimo di nuova occupazione, ma nella maggior parte dei casi si tratta di una trasformazione di contratti già in essere. L’incremento delle assunzioni con le tutele crescenti, comunque, sarebbe dovuto principalmente agli sgravi contributivi previsti dalla legge di Stabilità.
Questa, in sintesi, la sentenza dei sindacati che si battono per la cancellazione di una riforma definita inadatta a ridurre la precarizzazione del lavoro che affligge ormai da anni il nostro paese.
Secondo le associazioni sindacali infatti, questo nuovo tipo di contratto, “anziché ridurre le disparità nel mondo del lavoro allargando diritti e tutele, alimenta nuove divisioni tra vecchi e nuovi assunti”. E ovviamente sono questi ultimi a pagarne il prezzo, essendo privati di importanti tutele previste dallo Statuto dei lavoratori.
Alla fine dei presidi, una delegazione sindacale, con i portavoce di Cgil e Uil, è stata ricevuta dal prefetto e dal direttore dell’Inps di Modena per illustrare le ragioni che hanno condotto alla mobilitazione e le preoccupazioni delle associazioni in merito sulla situazione degli ammortizzatori sociali nella provincia.
Tra pochi giorni, infatti, scadrà il finanziamento per il 2015 della cassa integrazione in deroga, strumento che ha interessato circa 22 mila lavoratori in tutta l’Emilia Romagna, di cui 4 mila modenesi.
Ma quello di Modena non è certo un caso isolato. Dopo lo sciopero nazionale dei trasporti pubblici dello scorso 15 maggio, le associazioni sindacali stanno organizzando manifestazioni in varie città d’Italia. Lo scopo è sempre lo stesso, cancellare il Jobs Act. L’appoggio sembra arrivare anche da enti esterni ai sindacati. Oggi a Piacenza è prevista, dalle 17 alle 19, una mobilitazione proclamata dalla Camera del Lavoro.