Il lavoro sta davvero ripartendo? È questa la domanda che sorge spontanea dopo l’intervista rilasciata dal presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, a Il Fatto Quotidiano. Alleva ha, infatti, dichiarato, senza mezzi termini, che i dati forniti dal Ministero del Lavoro e dall’Inps sono molto confusionari e di avere assistito a “un caos poco edificante”.
Certo, il governo fa il suo mestiere- dice il presidente Istat- ma a me preoccupa molto quando si sbandierano dati positivi dello 0,1%, soprattutto perché portano a fare marcia indietro il mese dopo.
Un comportamento che conferma la ripresa moderata, non in grado di produrre nuovi posti di lavoro, denunciata dall’ultimo bollettino dell’Istat. La disoccupazione, arrivata ad un livello record tra i più giovani (a giugno i disoccupati tra i 15 e i 24 anni si attestavano al 44,2%), resta il problema principale.
Secondo Forza Italia, Giorgio Alleva avrebbe smascherato il finto ottimismo di Renzi e del ministro del Lavoro Poletti. “Il presidente dell’Istat dovrebbe esimersi dall’entrare in polemiche” ha detto Giulio Sapelli noto economista e docente alla Statale di Milano. Insomma, ha ragione ma non lo deve dire.
Sapelli ha poi confermato che nonostante i provvedimenti presi dal Governo Renzi, che- precisa l’economista- “fa quel che può”, quello del lavoro resta un problema per il nostro Paese. Difficoltà che, sempre secondo Sapelli, non potrà essere superata finché non ci sarà una ripartenza degli investimenti e della domanda interna.
Il guaio è che gli effetti delle nuove riforme potranno portare al massimo a un incremento del Pil dello 0,7% (l’Istat comunicherà i dati ufficiali del secondo trimestre il prossimo 14 agosto). “Ma con questa crescita non si crea lavoro”. Lo ha dichiarato Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori.
Concorde anche Alessandro De Nicola, presidente di Adam Smith Society: “l’occupazione non sta ripartendo”. E se è vero, come sostiene il ministro Poletti, che si sono risparmiati 65 milioni è come se si fossero creati 100 mila posti.
Tuttavia, spiega De Nicola, il governo ha sbagliato a suonare la fanfara della vittoria, annunciando le centinaia di migliaia di assunzioni che avrebbe creato il Jobs Act. Una “riformina”, che secondo il presidente di Adam Smith produrrà i suoi effetti positivi “solo quando le aziende torneranno davvero ad assumere”. Cosa che per ora succede molto di rado.
Dopo le reazioni scatenate tra Palazzo Chigi e il Ministero del Lavoro in seguito all’intervista rilasciata a Il Fatto, Alleva ha fatto dietrofront. Ha infatti annunciato che l’Istat sta “ragionando su un progetto con ministero del Lavoro, Inps e Inail” al fine di integrare e rendere coerenti i dati proliferati in questo periodo. Da settembre quindi l’Istat uscirà con “Il mercato del lavoro”, un nuovo comunicato trimestrale che terrà conto di tutte le indagini disponibili.