Scioperi e proteste nelle piazze di tutta Italia contro i licenziamenti Auchan. È successo lo scorso 9 maggio, quando folle di lavoratori sono scese nelle strade italiane per manifestare contro il piano di rilancio avviato dal noto gruppo francese.
Auchan ha infatti recesso in modo unilaterale dal contratto integrativo e ha dato il via ad un provvedimento di licenziamento collettivo, che interesserà 1.426 dipendenti, assunti in 32 dei 49 punti vendita presenti sul territorio.
Ma quella di sabato è stata solo una delle manifestazioni contro i licenziamenti Auchan. Indiscrezioni fanno sapere che sono previste altre 8 ore di sciopero ancora da programmare che si svolgeranno al livello territoriale, coinvolgendo anche grandi centri come Roma, Milano, Palermo e Venezia.
In una nota congiunta i sindacati di categoria hanno definito “inaccettabile” che uno dei maggiori operatori stranieri della grande distribuzione commerciale, presenti in Italia, non abbia ancora presentato un piano di rilascio aziendale adeguato a fronteggiare la crisi delle vendite del Gruppo. Intanto si attende che il Mise attivi un tavolo di confronto per cercare di ricomporre la vertenza.
In merito alla situazione si è espresso anche Carmelo Barbagallo, portavoce della Uil. “Il Governo deve capire che bisogna intervenire per regolare queste vertenze ed evitare che con la crisi i primi a pagare siano i lavoratori” ha sentenziato il sindacalista durante il presidio che si è tenuto a Roma davanti all’ambasciata francese.
Barbagallo ha inoltre sottolineato la necessità di un intervento rapido, che consenta alle rappresentanze sindacali di fare una trattativa con il gigante d’oltralpe “nella quale si discuta di contratti di solidarietà e non di mobilità”.
Proteste a cui ha risposto con un comunicato Patrick Espasa, Presidente e Amministratore Delegato di Auchan. È necessario ritornare in utile per salvare almeno 10 mila posti di lavoro. È questo, in sintesi, il messaggio lanciato da Espasa, che si è detto intenzionato a partecipare allo sviluppo del nostro Paese.
A giustificazione della scelta presa dal Gruppo, il Presidente ha ricordato che il giro d’affari di Auchan è passato da 3,2 miliardi di euro del 2010 a circa 2,6 miliardi del 2014, anno in cui le perdite hanno raggiunto ben 112 milioni di euro.
Sono dieci le regioni interessate dal provvedimento di licenziamento. Solo nel Mezzogiorno sono stati stimati circa 700 esuberi, di cui più di 200 in Campania e circa 270 in Sicilia. Coinvolti anche vari punti vendita dell’Italia settentrionale dove, tra Veneto, Piemonte e Lombardia, saranno in più di 500 i lavoratori che perderanno il posto.
Ma i licenziamenti non finiscono qui. Ad oggi rischiano il posto anche un centinaio di dipendenti impiegati negli ipermercati di Lazio e Marche e circa 50 assunti presso la sede aziendale e i depositi.