L’assenteismo nella pubblica amministrazione è da anni una piaga per il nostro Paese. Per ridurre questo fenomeno il Governo Renzi ha recentemente proposto di incaricare l’Inps del controllo dei certificati di malattia presentati dai dipendenti pubblici.
Dall’Istituto previdenziale hanno reso nota la loro disponibilità ad assumere i controlli sulle assenze per malattia degli statali, compito attualmente di competenza delle Als. Si stima che, passando il controllo dei certificati all’Inps, lo stato andrebbe a pagare la metà di quanto corrisposto alle strutture sanitarie.
La proposta, già presentata in Aula durante la discussione sul disegno di legge delega relativo alla riforma della pubblica amministrazione, è tornata all’ordine del giorno dopo dopo il caso dei Vigili urbani di Roma, che la sera Capodanno si sono dati malati in massa (ben l’83,5%).
La questione è già stata affidata alla commissione Affari sociali della Camera che ha confermato la possibilità di dimezzare i costi del servizio, che dagli attuali 70 milioni erogati alle Asl, passando all’Inps, dovrebbero ridursi a 35 milioni.
Se l’ipotesi venisse concretizzata si andrebbe verso una procedura uniforme per i dipendenti privati e pubblici, dato che i certificati di malattia dei lavoratori assunti nel settore privato sono già controllati dall’Inps.
Sono state avanzate anche delle proposte per frenare l’assenteismo pubblico impiego, prima tra tutte quella di creare delle commissioni specifiche a cui sia assegnato il compito di giudicare i singoli casi e prendere in esame il possibile licenziamento del lavoratore.
Ma a quanto ammontano le assenze dei dipendenti pubblici? Nel 2013 i dipendenti del settore pubblico hanno totalizzato in media 19 giorni di assenza retribuita, 6 in più rispetto a quelle stimate nel mondo Confindustria per gli impiegati nelle aziende con più di 100 addetti (il gruppo più comparabile al pubblico impiego).
Dai dati del Conto annuale della Ragioneria dello Stato riferiti al 2013, si evince inoltre che nel settore pubblico ai 10 giorni di assenza pro capite per malattia, se ne sono aggiunti 9 di assenze retribuite.
Un assenteismo pubblico che in totale tocca la soglia del 46,3%, ben più alto dei 13 giorni di assenze retribuite rilevate dall’indagine di Confindustria. Ma se il livello di assenze del settore pubblico venisse portato al pari di quello del privato si potrebbero risparmiare oltre 3,7 miliardi, per minore fabbisogno di personale.
Stima ottenuta dal Centro studi di Viale dell’Astronomia, applicando alle uscite pubbliche per costo del lavoro nel 2013 il differenziale di assenze pubblico-privato, in rapporto al monte giornate lavorative. A parità di costi quindi un minore assenteismo aumenterebbe l’efficienza dei servizi.