Quando è possibile licenziare un dipendete pubblico? Questo uno degli interrogativi cui molti lavoratori non trovano ancora risposta, giacché gli assunti del settore pubblico sono considerati, nell’opinione comune, non licenziabili. Vediamo quindi quali sono le norme che regolano il lavoro pubblico e quali le possibili cause di licenziamento nel pubblico impiego.
Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni è regolato dal Decreto Legislativo 165/2001. L’articolo 2 sancisce che al lavoro pubblico si applichino le norme del Codice Civile relative al licenziamento per giusta causa (l’art. 2119 c.c) e per giustificato motivo oggettivo (l’art. 3 della legge 604/66). Proprio come i dipendenti privati quindi, chi lavora nelle pubbliche amministrazioni può essere licenziato per inadempimento agli obblighi contrattuali.
Il D.Lgs. n.165/2001 stabilisce inoltre che in caso di mancato rispetto degli obblighi di diligenza e fedeltà, ai dipendenti pubblici si applichino le sanzioni disciplinari previste dall’articolo 2016 del Codice Civile.
Per quanto riguarda le tutele previste dall’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, nel settore pubblico queste sono applicate a tutti, mentre nel privato i dirigenti non godono di tale beneficio. Ai dipendenti pubblici si applica inoltre la disciplina relativa ai licenziamenti per ragioni oggettive, ma con modalità diverse da quelle previste per i lavoratori privati.
Ricordiamo infine che in caso di licenziamento illegittimo, la legge riconosce la responsabilità del dirigente pubblico di competenza. In tal caso, infatti, l’amministrazione può chiamare il soggetto a rispondere di persona per il danno arrecato al lavoratore licenziato.