Licenziamento per malattia: quando è legittimo?

La legge stabilisce che il dipendente malato non può essere licenziato. Tuttavia, vi sono due casi che prevedono il licenziamento per malattia:

  • nel momento in cui l’assenza supera la durata massima prevista dal contratto collettivo;
  • se, nonostante l’assenza sia inferiore al suddetto limite, questa provochi un grave pregiudizio per l’organizzazione aziendale.

Licenziamento per malattia e il limite di comporto

Il codice civile prevede che l’azienda abbia il dovere di conservare il posto di lavoro del dipendente in malattia nei limiti del comporto, ossia l’arco temporale stabilito dalla legge.

L’assenza per malattia può protrarsi per un periodo massimo, stabilito dai contratti collettivi. Oltre tale termine è possibile il licenziamento per malattia.

L’unico eccezione si verifica quando la malattia si è verificata a causa del datore di lavoro, ad esempio se egli non ha garantito un ambiente salubre e privo di rischi.

Come calcolare il comporto?

Per calcolare il comporto è necessario fare riferimento:

  • all’anno di calendario, ossia il periodo di tempo compreso tra l’1 gennaio e il 31 dicembre di ogni anno;
  • all’anno solare, cioè il periodo di 365 giorni decorrenti dal primo episodio morboso.

La durata del comporto varia in base al lavoro svolto, ad esempio:

  • per gli impiegati è di 3 mesi quando l’anzianità di servizio non supera i dieci anni, di 6 mesi quando l’anzianità di servizio supera i dieci anni;
  • per gli operai viene stabilita dalla contrattazione collettiva.

Si precisa che il periodo di comporto può essere interrotto per godere delle ferie maturate.

Cosa succede quando scade il comporto?

Una volta che il comporto termina, il datore ha il diritto di licenziare il dipendente senza provare l’esistenza di una giusta causa o un motivo.

Vi sono però delle eccezioni, infatti non si può licenziare il lavoratore, anche se è stato superato il comporto, se la malattia è stata provocata o aggravata dalle mansioni o dall’ambiente di lavoro.

Di contro, l’azienda può licenziare il dipendente assente per malattia prima del superamento del comporto, quando l’assenza provoca un notevole danno all’organizzazione del lavoro. È il cosiddetto licenziamento per scarso rendimento.

Licenziamento per malattia: come comportarsi con il malato cronico?

Il licenziamento per malattia del malato cronico, ossia del dipendente che presta servizio a singhiozzo, è lecito se egli rende un’attività esigua sia per quantità sia per qualità. Di conseguenza diventa quasi un peso per l’azienda. In questo caso quindi il licenziamento è legittimo.

 

 

 

 

 

Licenziamento Giusta Causa

Cause licenziamento pubblico impiego Cause licenziamento pubblico impiego: quali sono Quando è possibile licenziare un dipendete pubblico? Questo uno degli interrogativi cui molti lavoratori non trovano ancora risposta, giacché gli assunti del settore pubblico sono considerati, nell’opinione comune, non licenziabili. Vediamo quindi quali sono le norme che regolano il lavoro pubblico ...
Cause licenziamento individuale Cause licenziamento individuale per giustificato motivo o giusta causa Il licenziamento individuale è l’atto con cui il datore di lavoro mette fine al rapporto che lo lega al proprio dipendente. Disciplinato dalla giurisprudenza italiana, il licenziamento individuale può avvenire per giusta causa o per giustificato motivo (soggettivo e oggettivo)....
Licenziamento Dipendenti Licenziamento dipendenti privati per giusta causa Il licenziamento di un dipendente è considerato legittimo solo se i motivi che hanno condotto alla recessione del contratto rientrano nei caso di giusta causa o giustificato motivo, come previsto dallo Statuto dei lavoratori e dalla legislazione italiana. Il licenziamento per giusta causa si ha ...
Licenziamento illegittimo giustificato motivo oggettivo Licenziamento illegittimo giustificato motivo oggettivo Legge Fornero La Riforma Fornero e il Jobs Act hanno modificato le sanzioni previste in caso di licenziamento illegittimo per giustificato motivo oggettivo. La regolamentazione, che in origine era identica a quella prevista per il licenziamento disciplinare, oggi si diversifica in base alla d...
Licenziamento orale: cos’è? Quali le conseguenze? Il licenziamento orale è nullo Il licenziamento orale, o verbale, si verifica quando il lavoratore viene allontanato dal proprio posto di lavoro senza che la cessazione del rapporto gli sia comunicata, dal datore di lavoro, con un atto scritto. Dato che per legge il datore di lavoro deve comunicarlo in forma scritta, il licenziamento verbale è ...
Licenziamento giustificato e ingiustificato Licenziamento giustificato e ingiustificato per dirigenti e dipendenti Il licenziamento è l’atto con il quale il datore di lavoro palesa la propria volontà di recedere dal rapporto di lavoro con un dipendente. Il licenziamento ha effetto dal momento in cui il lavoratore ne viene a conoscenza e perché questo sia valido non è necessario il concorso ...
Come Licenziarsi? 3 consigli utili per non correre rischi Lasciare il posto di lavoro non significa necessariamente bruciare i rapporti e tagliare i ponti con il proprio capo e i colleghi, anche se, di solito, tra i motivi scatenanti vi sono mobbing o situazioni lavorative pessime. Tuttavia, ecco alcuni utili consigli per capire come licenziarsi senza correre rischi e senza fare passi falsi. Come Licenzi...
Licenziamento illegittimo per sproporzione della pena Licenziamento disciplinare illegittimo in caso di pena eccessiva Di recente la Cassazione è tornata a pronunciarsi sul tema del licenziamento illegittimo per sproporzione della pena. Con la sentenza n. 8928 del 5 maggio, infatti, la Corte di Cassazione Civile, sezione lavoro, ha dichiarato illegittimo il licenziamento di un dipendente che si è all...
reperibilità malattia