Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo per i due decreti attuativi del Jobs act relativi alle misure per la conciliazione delle esigenze di cura, vita e di lavoro e al testo organico semplificato delle tipologie contrattuali.
Arriva il sì, in questo caso il primo, anche per i quattro schemi di decreti legislativi che mirano al riordino degli ammortizzatori sociali, revisione dell’Agenzia per le ispezioni, politiche attive e semplificazione di procedure e adempimenti. L’unico tema che non è stato affrontato nella delega del Jobs act “è quello del salario minimo”, ha dichiarato in una conferenza stampa al termine della riunione il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
Il Decreto sul riordino dei contratti segna la fine delle finte collaborazioni a progetto. Si salveranno solo quelle in corso, fino alla data prevista per la fine del contratto. Dal gennaio prossimo ai rapporti di collaborazione che si concretizzano in prestazioni “esclusivamente personali, continuative e organizzate dal committente, anche in riferimento a tempi e a luoghi di lavoro” si applicherà la disciplina prevista per il lavoro subordinato.
Confermato anche il limite del 20% per l’utilizzo del contratto a termine. Le aziende che superano questo tetto dovranno pagare una multa pari al 50% della retribuzione mensile del dipendente. Importo che andrà a risarcire lo stesso lavoratore. A differenza di quanto si vociferava nei mesi scorsi, però, non è previsto l’obbligo di conversione del rapporto in un contratto a tempo indeterminato.
All’interno del Decreto sul riordino dei contratti troviamo anche l’introduzione del contratto di apprendistato scolastico, ideato sul modello duale tedesco. Grazie ad un ampliamento della sperimentazione Carrozza, l’apprendistato duale interessa gli studenti di istituti superiori a partire da 15 anni di età e ha una durata massima di 4 anni.
Per quanto riguarda la conciliazione tra vita privata e lavoro, sono previsti interventi a sostegno della maternità. Nello specifico il provvedimento tratta l’utilizzo del congedo parentale facoltativo, allungando il periodo previsto per usufruire di quello non retribuito fino ai 12 anni di età del figlio (al momento l’età massima è 8 anni) e fino a 6 anni (contro i 3 attuali) per quello parzialmente retribuito (al 30%).
Il Decreto sul riordino degli ammortizzatori sociali prevede invece la riduzione dei tempi per la cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria, che viene portata a 24 mesi (30 per le imprese edili) in un quinquennio mobile. Lo strumento sarà esteso alle imprese con più di cinque dipendenti, che potranno richiedere le prestazioni di cassa integrazione per eventi di sospensione o riduzione del lavoro che si verificheranno dal primo luglio 2016.