Appena riassunti rischiano di nuovo il licenziamento. Sono i lavoratori che la Syriza ha reintegrato di recente e che adesso potrebbero essere di nuovo licenziati. Il nuovo memorandum imposto dalla troika al governo Tsipras, contiene infatti una postilla che autorizza, al verificarsi di certe situazioni, i creditori internazionali a richiedere all’esecutivo i licenziamenti collettivi nel settore pubblico.
Sembra che le categorie maggiormente colpite, in caso di eventuali licenziamenti, sarebbero le addette alle pulizie dei ministeri e i giornalisti della televisione pubblica Ert. Lavoratori che rappresentano i due bacini di riferimento di una possibile richiesta da Berlino.
Dopo aver subito il taglio con l’esecutivo Samaras, le addette alle pulizie erano state riassunte da Tsipras nei primi cento giorni di governo, dopo numerose proteste, lo scorso marzo. in quei giorni Lili Giannakaki, leader del movimento delle donne delle pulizie, manifestava tutta la sua soddisfazione.
Ma dopo che l’allora ministro dell’economia Varoufakis, aveva indicato la riassunzione come una delle prime misure del governo Tsipras, Lili aveva smesso di fare presidi sotto i palazzi del Governo greco in tende da campeggio, e organizzare manifestazioni con scope e stracci in mano.
Ma probabilmente dovrà ricominciare molto presto, dato che entro domani (mercoledì 15 luglio) il Governo deve approvare le riforme concordate con i creditori. A quel punto, se da Berlino venissero sollecitati dei licenziamenti collettivi, Tsipras e il suo governo dovrebbero eseguire quanto richiesto.
Per quanto riguarda invece i giornalisti di Ert, questi sono appena stati reintegrati da Tsipras, dopo la chiusura del 2013. Si tratta di lavoratori che per un anno e mezzo sono stati i primi ed unici in Europa ad aver perso il posto dopo la ristrutturazione di trasmissione televisiva, su pressioni della troika. Una decisione annunciata da Simos Kedikoglou, allora sottosegretario alla presidenza del consiglio, che mise in crisi ben 2700 famiglie.
Erano i mesi in cui il governo Samaras decise, da solo, del destino della televisione di Stato. Dal giorno della sua chiusura ad oggi, la tv pubblica greca, accusata anche di avere i bilanci in rosso, non ha prodotto alcun vantaggio. La chiusura infatti non ha portato alle casse dello Stato neanche un euro di guadagno, anzi.
Sono in molti i lavoratori, colpiti dai licenziamenti collettivi, che hanno fatto causa allo Stato per ottenere il risarcimento dei danni. Senza contare che la Grecia dovrà pagare le penali relative all’annullamento di contratti siglati da Ert, come ad esempio quelli per gare sportive mai trasmesse e programmi già finanziati.